Germani – Al mercato si paga con sorrisi abbracci e carezze
Quando la creatività si unisce alla semplicità per ottenere risultati di grande rilievo umano. Alla Fondazione Elisabetta Germani di Cingia de’ Botti arriva un mercato particolare, dove le monete utilizzate per fare acquisti sono il sorriso, l’abbraccio o la carezza.
“Si tratta di un’opportunità importante per i residenti della struttura per fare shopping – spiegano all’ente cingese -, per realizzare piccoli desideri o semplicemente guardare, fare due chiacchiere, scambiare opinioni, confermando l’importanza di costruire legami e tessere di vita”.
Dopo una prima edizione sperimentale, vista la risposta entusiastica in termini di affluenza non solo dei residenti ma anche di molti famigliari e visitatori, mercoledì dalle 14.30 alle 17 si replicherà l’appuntamento con il mercato. Si tratta di un momento pensato e concretizzato dalla terapista occupazionale Serena Lupi, unitamente al team animativo ed educativo della Fondazione, con l’avvallo della direzione generale e che proseguirà, una volta al mese, il mercoledì pomeriggio.
Di che cosa si tratta? E’ un mercato sulle cui bancarelle, disposti con molta cura e fantasia, si possono trovare collane, anelli, spille, orecchini, vestiti sia per uomo che per donna, libri, riviste, ma anche foulard, sciarpe, borsette, cappelli, cerchietti e fermacapelli, oltre a piccoli oggetti per fare regali ai nipotini o ai figli o per abbellire la propria stanza, come cornici, piccoli quadretti , peluche e soprammobili.
Tutto il materiale proposto, seppur usato, è in ottimo stato. Ogni oggetto ha un costo, dal meno caro che si acquista con un sorriso o una carezza al più caro che può costare anche tre abbracci. Le animatrici, gli educatori e la terapista occupazionale si alternano dietro i banchi, per seguire tutti gli avventori che vogliono toccare, provare, valutare la qualità dei prodotti, vedere come stanno allo specchio, per ricevere i pagamenti e per consegnare gli oggetti acquistati.
Spiega Isabella Salimbeni, direttore sanitario della Fondazione: “Si tratta di un modo per restituire normalità alla vita dei nostri residenti, dare loro la possibilità di fare scelte autonome, migliorare la loro autostima, favorire momenti relazionari alla pari, riconoscendo l’importanza di dare risposte non solo ai bisogni ma anche ai loro desideri. Le persone apprezzano il sentirsi indipendenti nel fare scelte, nel non dover sempre accettare quanto deciso per loro da altri e questo contribuisce a renderle più attive, vive e felici. Il riscontro avuto ci ha dimostrato che abbiamo colpito nel segno”. “Nei giorni antecedenti al mercato – prosegue Elena Aroldi, referente del servizio di animazione – c’è una forte aspettativa tra i residenti che iniziano a programmare gli acquisti e a condividere idee e questo prosegue poi nelle giornate successive, quando si confrontano sugli affari fatti”.
Aggiunge il presidente Riccardo Piccioni: “Questa è solo una delle tante iniziative che Fondazione Germani sta concretizzando, a conferma dei valori a cui ci ispiriamo: il rispetto della dignità della persona, la sua qualità di vita, il mantenimento dei suoi legami con il territorio di appartenenza. Sempre nell’ottica di rispondere in modo preciso, professionale e congruente alla domanda dell’utenza”. D.B.
da La Provincia del 26/01/2020
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